Autore: robertodanna
Artista di ogni genere d'arte passione per la psicologia, filosofia e spiritualità. Scrive articoli e critiche, si occupa di attività culturali, e inserisce nel sito sue opere di ogni forma d'arte.
Poeta e Poesia
Letteratura Musicale
Solitudine, forse vi è possibile sia una soluzione. Alla vita. Giocare durante l’esistere. Rincorrere sensi. Trovare attimi e vite eterne.
io credo nella pace, in missioni prestabilite dalla nostra anima, e non trovo conforto nwlla attuale volonta sociale e umana.
Cerco di stabilire contatti, assaggiare nuove esperienze.
ma nulla turba il mio animo al fronte di indifferenze e calpestazioni, mi fa pensare quanta perdita ha la bellezza se non viene ascoltata e denigrata.
Non importa quante volte mi son trovato a pensare alla compassione e la abbia assorbita
quanta introspezione o evoluzione ho intrapreso
l’ego mi ha steso prima di vincere il male
E le forme si sono perse nelle immagini e nelle pennellate
L’anima ribolle di conoscienza
il mio verbo perfetto si china a cercare di assetare il cuore malato.
Come nascere o morire senza vivere?
se non con leggerezza ai poteri e vincere la battaglia sereni e senza ambizioni trobare il negativo positivo e viceversa
Senza scappare e lottare per la felicità comunque, e non sottomettendosi. Trovare la foza in te, e essere contenti pet la vita che vi si deve mostrare curiosamente e lunaticamente e darsi significati ancestrali e umili e reali pensieri.
Doppio Singolo uscito a giugno 2021
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Potere
Equilibri
L’integrazione ha fallito. A partire dagli anni 70 è stato tutto lasciato al caso anche per la mancanza di un ente istituzionale. C’era la grande filosofia “hippy” degli anni 70, una forte comunità che si occupava di immigrati, nella Sicilia e in Italia oltre alle strutture d’obbligo. Ma al di fuori dall’associazionismo, da enti, come per esempio differente l’USL per diritti del malato, INPS per il lavoro, i distretti di assistenza sociale per la famiglia. L’immigrazione invece non ha ente nazionale, ma una enorme passione e affetto data da un ideologia che detta le fondamenta però di nulla, di leggi non rivisitate, da forme di persone formate principalmente per questo raccogliendo educatori psichiatrici a gestire l’immigrato. L’integrazione in Italia ha fallito su ogni punto di vista. Resta solo un sogno da perseguire forse l’istruzione non è essenziale, ma le persone specializzate in scienze umane potrebbero creare punti di incontro e di formazione più efficienti per integrare.
le guerre sono state l’egoismo e la non informazione per scopi di lucro e incoscienza popolare che va dietro a messaggi che conosce ma non capisce sino in fondo perché senza cultura ed è qui che il cerchio inizia a combaciare. Chi per primo pensa ad un suo tempo vitale di un solo secolo ed è schiavo di un’economia fondata sul risparmio ma soprattutto nella sperperazione di finto benessere si rende complice alimentando un illusione di tristezza che deve per forza affidarsi agli organi che devono smistare la sottomissione dove l’uomo per primo si vuole illudere e si tende figlio fedele di una protezione finta.
La guerra è l’ego verso il tutto e verso sé. Vivere progettando la vita verso una soddisfazione apparente, come un qualcosa che ci riempie e che sfocia poi in un vizio psicologico e emotivo, di contare e progettare la vita di ogni individuo di una nazione, continente e del mondo, attraverso la promozione dell’arte, della scuola diffondendo etichette di non buonsenso e tirando addosso a sé e al cerchio della vita un abisso di vuoto che non si dove riempire ma trascendere.
Poi inizia un territorio, una competizione a chi può essere più produttivo, una malattia sociale e per la sopravvivenza, cominciando a pensare in modo da scendere nell’indifferenza di sogni e modi sociali e crescita all’infuori dell’empatia e la cultura sinergica dentro e fuori di una città, da un paese e così via.
E lo scambio non vi è e ovviamente l’unità e il compromesso che io o tu abbiamo un confine illogico ma sensato da un paradigma di rispetto economico e di benessere alimentando ragioni inesistenti di un finto rapporto di un illusoria cooperazione di felicità.
Infine la guerra dopo scambi di idee per stabilire termini anche popolari, guerra come banale e unica “soluzione”, dopo una critica giusta, un elogio all’ignoranza, un inutile dirsi cose che poi volano nel cielo dentro ognuno di noi.